Albania: omofobia al governo

Di Marco Zoboli

Il viceministro albanese della Difesa, Ekrem Spanhiu, nonchè presidente del
Partito di governo "Movimento per la Legalità" (0,71% dei consensi elezioni
2009) ha apertamente minacciato di atti di violenza la comunità lgbt albanese
che si appresta, per la prima volta nella storia dell'Albania, a organizzare
nella giornata del 17 maggio una manifestazione per ricordare la Giornata
Internazionale contro l'Omofobia.
Il viceministro Spanhiu ha voluto ricordare all'Europa quanto l'attuale
governo albanese di centro destra sia in antitesi con i diritti civili, e come
viceversa navighi nelle acque del populismo, della xenofobia e dell'omofobia
più violenta. Nello specifico Spanhiu ha utilizzato il quotidiano "Gazeta
Shqiptare" per aggravare la propria precedente dichiarazione specificando che
utilizzando la parola "calci" intendeva alludere all'uso dei manganelli.
Il Commissario contro le discriminazioni Irma Baraku ha dichiarato di aver
aperto un'inchiesta ex officio, mentre Kristi Pinderi dell'organizzazione
Prolgbt ha annunciato che ricorreranno a una denuncia penale. Il difensore
civico Igli Totozani ha richiesto scuse pubbliche al viceministro in quanto le
sue dichiarazioni vanno oltre le offese incitando all'odio e alla violenza,
divengono quindi oggetto di reato.
Cogliendo l'occasione per esprimere la nostra solidarietà alla comunità Lgbt
albanese e al popolo albanese così indegnamente rappresentato, riteniamo che
queste dichiarazioni vadano oltre la semplice offesa ma rappresentino una vera
e propria minaccia fisica per i partecipanti alla manifestazione del 17 maggio.
Sarebbe importante che parlamentari italiani partecipassero alla
manifestazione a Tirana per esprimere oltre la propria solidarietà e quella dei
partiti che rappresentano, la vigilanza su ulteriori atti di intimidazione e
intolleranza.
Vogliamo anche ricordare che l'Accordo di Stabilizzazione e Associazione
firmato dall'Albania il 1 aprile 2009 con l'Unione Europea, finalizzato all'
adesione dell'Albania nell'UE prevede la conformità del paese richiedente ai
parametri europei nel campo dei diritti umani e diritti civili. Sarebbe
opportuno che si ricordasse al governo albanese che già il 9 novembre 2010 la
Commissione Europea raccomanda di avviare i negoziati di adesione quando l'
Albania avrà raggiunto il necessario livello di conformità con i criteri di
adesione allora giudicati insufficienti in materia di diritti come recita
testualmente la suddetta commissione : "I diritti umani sono sostanzialmente
rispettati in Albania, ma alcuni aspetti destano ancora preoccupazione… le
persone lesbiche, gay, bisessuali e transessuali sono ancora vittime di
discriminazioni…".
Il governo italiano può e deve esercitare ogni pressione politica sul governo
albanese atta a far rispettare i criteri di Copenaghen in materia di diritti
umani e sulle libertà fondamentali, sanciti peraltro negli articoli 6 e 49 del
Trattato dell'Unione Europea.

Fonte: http://www.puntocritico.net/2012/03/24/albania-omofobia-al-governo/
Pubblicato da Lorenzo Bernini