Sentinelle in guerra

Secondo il dizionario la sentinella è un soldato armato incaricato di fare la guardia ad un determinato luogo. E in effetti le sentinelle in piedi sono gli ultimi soldati di una guerra strisciante che va avanti da secoli, contro le persone lesbiche, gay, bisessuali e trans (LGBT). A guardia di che cosa? Ma semplice: di uno spazio di esclusione. L’obiettivo è escludere qualcuno e difendere privilegi. La loro guerra, i loro precedenti commilitoni, godevano di ben di più di uno spazio da difendere. Tutta la società era il loro spazio di privilegio, che si autodifendeva contro corpi estranei a cui quotidianamente si faceva una guerra diffusa: nelle famiglie, nella politica, nella società, nelle chiese, nelle scuole. I corpi estranei erano loro: le persone LGBT. Umiliate, invisibili, ininfluenti, inferiori. Poi accadde che lo spazio di guerra diffusa cominciò a restringersi, in tutta Europa e nel mondo occidentale. Persino nell’Italia presidiata dalla CEI e dallo Stato del Vaticano. Cominciarono a crescere gli alleati di quelle persone a cui si era fatta guerra. Le persone LGBT cominciarono ad essere orgogliose, visibili, un minimo influenti… e ad ottenere eguaglianza. Cominciarono a contestare seriamente la gerarchia superiore/inferiore in tema di amore e identità sessuali. Ed ecco che nascono loro, le sentinelle, terrorizzate dall’ipotesi che la società diventi veramente inclusiva, che tutti i cittadini e le cittadine siano trattati/e come eguali indipendentemente dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere. Poco importa che in questo ritorno di fiamma guerresco, ultimo colpo di coda di un esercito smarrito, si usino i libri e il silenzio al posto delle armi, poco importa che si faccia appello a valori liberali come la libertà di opinione. Le sentinelle usano il linguaggio dell’occidente liberale contro l’occidente liberale, contro l’occidente del primato dell’individuo sulla comunità. E per fare questo necessitano di fingersi aconfessionali e apartitiche quando sono meramente il polo di organizzazione e attrazione crescente di visioni confessionali tradizionalmente in guerra contro le persone LGBT o di destre conservatrici, reazionarie e variamente nazionaliste che propugnano il primato delle comunità sugli individui. I loro alleati spontanei, confessionali e partitici, in altri Paesi chiedono e ottengono morte e galera per le persone LGBT. Nell’occidente liberale dall’800 in poi la virata verso il primato dell’individuo ha liberato il tema dell’amore e rafforzato il tema dell’eguaglianza, e la famiglia oggi è sempre di più vista e vissuta come connubio di amore e persone eguali. Per questo, da semplice mito religioso, la famiglia è diventata diritto umano di tutti/e. Le sentinelle in piedi vigilano affinché questi temi culturali che hanno liberato e rafforzato l’individuo e le sue legittime aspirazioni di felicità (anche nell’intimità) rimangano lettera morta. Soprattutto per le persone LGBT. In piedi o sedute, silenziose o parlanti, a me queste sentinelle non paiono altro che il colpo di coda di una strisciante e secolare pratica di guerra ad esclusione ed eliminazione (simbolica, ma in certi Paesi anche fisica) di qualcuno, il canto del cigno di un esercito di privilegiati. Altro che difesa della libertà di opinione. 

 di Michele Breveglieri - Segretario Nazionale Arcigay