Italia rischia di perdere l’Agenzia europea del farmaco perché qui i gay hanno meno diritti

Milano è tra le favorite nella corsa per ospitare l’Agenzia europea per i medicinali (Ema), che attualmente si trova a Londra e che per via della Brexit dovrà essere ricollocata. Se la candidatura dell’Italia venisse accettata ci sarebbero 3mila nuovi posti di lavoro. Ma i dipendenti dell’Ema che fanno parte della comunità lgbt hanno paura: temono che verrebbero discriminati se venissero trasferiti in un Paese che non garantisce gli stessi diritti che il Regno Unito prevede per le persone omosessuali. 

"Arcigay, attraverso il suo segretario Gabriele Piazzoni, ha segnalato il problema per i lavoratori stranieri lgbt che vogliono venire a vivere in Italia con le loro famiglie:"L'Italia di fatto riconosce i certificati di nascita stranieri in cui è scritto il nome dei genitori, e di conseguenza anche la potestà genitoriale. Ma si tratta solo di una prassi amministrativa, non esiste una norma. Cioè non è previsto il riconoscimento legislativo per i figli di coppie lgbt. Per i cittadini stranieri che si trovano in Italia e vogliono accedere ai servizi sanitari o scolastici non esistono leggi chiare al riguardo. Nella prassi, che non è una garanzia, viene chiesto appunto il certificato di nascita del Paese d'origine, ma la totale assenza di indicazioni precise fa sì che non si possa escludere l'insorgenza di qualche difficoltà burocratica", spiega Piazzoni".

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