Lo Stato conceda asilo politico a Joshua, nigeriano perseguitato perché gay.


Arcigay, EveryOne, organizzazione per i diritti umani, e
l´Associazione radicale Certi Diritti, fanno appello al Ministro
dell’Interno Roberto Maroni e al Ministro per le Pari Opportunità Mara
Carfagna perché sia conferito con estrema urgenza lo status di
rifugiato a Joshua J., 28enne nigeriano e omosessuale.
Entro giovedì 12 maggio prossimo Joshua deve lasciare il territorio
nazionale perché la commissione territoriale sull’asilo di Caserta ha
respinto la sua richiesta obiettando che in Nigeria non sono
riscontrabili abusi concreti nei confronti di persone omosessuali da
parte del Governo o delle autorità. In realtà in Nigeria il codice
penale prevede fino a 14 anni di detenzione per omosessualità e negli
stati federali del Paese nei quali è applicata la Sharia la pena per
gli omosessuali è di 100 frustate per gli uomini non sposati, e di 1
anno di prigione e la morte per lapidazione per gli uomini sposati,
anche se vi sono casi di omosessuali non sposati mandati comunque al
patibolo.
Proprio per questo Joshua è fuggito dalla Nigeria, dove rischia
torture e morte, nel 2008, dopo che la famiglia musulmana del ragazzo
con cui aveva avuto una relazione lo ha scoperto e, minacciandolo di
morte, lo ha denunciato alle Autorità di polizia.
A febbraio del 2008 un articolo del Nigeria Observer ha pubblicato la
sua foto e un mandato di cattura in cui la polizia fissa una taglia
per la consegna di Joshua alle autorità. Alla richiesta d’asilo era
stata allegata la traduzione giurata (che trovate in allegato) con
fotocopia del quotidiano nigeriano dove la polizia, al momento della
fuga del giovane dalla Nigeria, aveva pubblicato il mandato di cattura
per atti omosessuali con tanto di foto e nome di Joshua.
Sul caso di Joshua è stata presentata un’interrogazione al Senato Da
Giuseppe Valditara di FLI che per ora non ha ottenuto una risposta.
“Siamo quindi a chiedere – spiegano i rappresentanti delle
associazioni – “che il Governo italiano attivi immediatamente,
attraverso il Ministero dell´Interno e il Ministero delle Pari
opportunità, tutte le procedure necessarie per scongiurare il ritorno
coatto di Joshua J. in Nigeria, che lo metterebbe in serissimo
pericolo di vita”.


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