Diritti civili, svolta in Argentina Identità di genere: la scelta è libera

Il senato: "L'orientamento sessuale è frutto del vissuto personale di ognuno di noi". Ogni cittadino potrà registrarsi all'anagrafe in base alla propria identità percepita e godere di completa assistenza medica da parte del servizio nazionale sanitario
BUENOS AIRES - A quasi due anni dall'ap­pro­va­zione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso, l'Ar­gen­tina va avanti con le riforme orientate all'apertura verso i diritti civili. Il parlamento di Buenos Aires ha approvato all'unanimità la legge sull'identità di genere. La norma, approvata con 55 voti a favore ed un solo astenuto, aveva già passato il vaglio della Camera dei deputati nel dicembre scorso. Secondo il Senato, "l'identità di genere è un'esperienza intima e personale", che quindi "può corrispondere o meno con il
sesso assegnato al momento della nascita".
Procedure più veloci. Ogni argentino sarà libero di cambiare sulla propria carta d'identità il sesso a seconda della propria percezione personale. Il Parlamento ha garantito anche l'accesso anche agli specifici servizi sanitari. Per ottenere carta d'identità e certificato di nascita nuovi, basterà aver compiuto il diciottesimo anno di età e fare una semplice richiesta amministrativa: "Ogni persona potrà rettificare legalmente il sesso, il cambio di nome e di immagine quando non corrispondono con l'identità di genere autopercepita", riporta la legge. La nuova norma ha snellito di gran lunga la procedura. Così non sarà più necessario aspettare una sentenza emessa da un tribunale. In più, alle persone che ne faranno richiesta il Parlamento ha garantito massima assistenza: le operazioni e il trattamento per l'adeguamento del corpo saranno a carico del servizio
sanitario nazionale.


Più tutele. La normativa rappresenta una conquista per le comunità gay, lesbica e trans argentine che in queste ore hanno organizzato festeggiamenti nelle strade di Baires. La novità legislativa è stata accolta come un enorme passo avanti in ambito dei diritti umani e civili. La senatrice Sonia Escudero afferma che "la comunità trans ha una speranza di vita di 35 anni e più del 90% si trova in situazioni precarie come la prostituzione e l'abbandono della scuola. Finora, senza questa normativa circa 22mila persone in tutto il paese erano state completamente escluse dai diritti umani fondamentali".




Fonte: Repubblica it
Pubblicato da Lorenzo Bernini