World Queens, le lesbiche del Camerun fanno rete

Il panorama dell'associazionismo LGBTQ* attento all'accoglienza di tutte e
tutti, indipendentemente dalle proprie origini, si arricchisce di una nuova,
straordinaria realtà. World Queens è la prima associazione a riunire le
attiviste lesbiche, bisessuali e queer camerunensi che vivono nel paese
africano e in Europa, cercando di coordinare iniziative politiche per
migliorare la difficile situazione delle persone LGBTQ* in Camerun.

Il neonato gruppo si presenterà al pubblico per la prima volta oggi alle 19 a
Bologna (Sala Silentium, vicolo Bolognetti 2), in un incontro preparato con il
coordinamento MigraBO' e con il Laboratorio Smaschieramenti. Nell'effervescente
contesto bolognese, oltre all'attività del Laboratorio a favore dei diritti
delle persone migranti, proprio MigraBO' rappresenta un'altra interessantissima
novità: grazie al lavoro di attivisti provenienti da tutto il mondo, il
coordinamento sta sviluppando una rete di persone, associazioni ed enti
impegnati a fornire gratuitamente accoglienza e supporto sociale, legale e
informativo ai migranti e ai richiedenti asilo LGBTQ*. Di questa esperienza
torneremo a occuparci più dettagliatamente in futuro.

Ora però torniamo a parlare di World Queens. Dany Carnassale, giovane
antropologo che si occupa di omosessualità in Africa e che lavora sul tema dei
migranti LGBTQ* in Italia, è il principale organizzatore dell'incontro di
questa sera ed ha intervistato per Il grande colibrì Jasmine, la fondatrice del
gruppo camerunense.

* * *

Quando è nata World Queens, la vostra associazione?

Il gruppo è nato tre mesi fa da un'idea che mi è venuta frequentando alcuni
gruppi di lesbiche: ho deciso di creare un'associazione che ha per scopo quello
di darsi una mano a vicenda dal punto di vista morale - per quelle che hanno
problemi - e dal punto di vista economico - per quelle che a volte possono
avere una situazione grave. E' così che sono le World Queens. L'associazione
sta andando bene e speriamo che continui così.


Come hai fatto ad entrare in contatto con queste ragazze, le conoscevi già
prima?

Alcune ragazze le ho conosciute nei gruppi dei quali faccio parte da un anno,
mentre altre hanno conosciuto l'iniziativa tramite il passaparola.


L'idea dell'associazione è piaciuta subito a tutte?

E' stato difficile all'inizio far accettare l'idea, perché un'associazione era
per alcune un rischio per la possibilità di essere scoperte. Adesso siamo una
quarantina, ma abbiamo stabilito un codice per valutare l'iscrizione al gruppo:
chi vuole entrare nell'associazione ci deve dire attraverso chi ci ha
conosciute e dimostrare di conoscere alcune parole-chiave che soltanto delle
lesbiche possono conoscere.


In che modo siete in contatto con le ragazze che vivono in Camerun?

La situazione nel mio paese non è piacevole: perché il governo fa molti
arresti, chi è lesbica o gay rischia di finire in carcere. L'iniziativa serve
per dare la possibilità alle ragazze di sentirsi un po' più libere, per questo
abbiamo fatto una rete su Skype, stando attente ad evitare intrusioni, che è
quello che ci fa più paura. Due volte al mese facciamo una riunione su Skype,
durante la quale le ragazze che vivono in Camerun ci informano dei fatti
principali che riguardano le persone LGBTQ* in rapporto a quello che fa il
governo, dicendoci ad esempio chi è stato arrestato.

A chi ha problemi con la famiglia, cerchiamo di dare consigli su come
affrontare la situazione. Molte ragazze sono chiuse, non possono parlare di ciò
che sono in un dialogo da madre a figlia, perché quando una dice a sua madre
"sono lesbica", viene considerata come se ha un demone addosso o che c'è
qualcosa che non va in lei. A quel punto o la isolano o la cacciano. Cerchiamo
di rassicurare e dare la possibilità di vivere senza troppa paura e senza
essere scoperte.


Avere rapporti sessuali con una persona dello stesso sesso in Camerun è un
reato punibile con il carcere. Perciò non esistono associazioni LGBTIQ
riconosciute dallo Stato, le poche che esistono sono clandestine. Quindi come
si riconoscono tra di loro le donne lesbiche/bisessuali in Camerun e come si
organizzano?

Ci sono molte ragazze lesbiche/bisessuali che per incontrarsi hanno deciso di
fare incontri segreti. Per esempio, tra di noi usiamo dei nomi per riconoscerci
che soltanto un gay o una lesbica possono conoscere. Ci sono alcuni locali che
organizzano alcune feste, dove vanno sia uomini che donne. Alcuni uomini
cercano di non far vedere di essere gay, perciò spesso ci vanno con delle
"fidanzate", ma in realtà è solo una copertura .


Tu conoscevi le associazioni LGBTIQ del tuo paese già quando eri in Camerun o
le hai scoperte dopo che sei arrivata in Europa?

Le ho scoperte quando sono arrivata qua, perché in Camerun nemmeno io
frequentavo tanto i locali o le ragazze. Preferivo incontrare donne etero,
facendole "diventare" bisessuali o lesbiche, perché dove sono cresciuta non era
facile riconoscerle. Parlando con una donna non sai cos'è veramente. Provavo
anche a caso, con qualche parola, per far capire cosa volevo, o con qualche
battuta per vedere se l'altra ci stava o no.


Come siete entrate in contatto con MigraBO' LGBT e qual è l'obiettivo della
conferenza che si terrà questa sera?


Ho visto il lavoro che sta facendo MigraBO' e mi è piaciuto tantissimo, perché
è un gruppo che si muove tanto per i migranti, ho visto la loro voglia di fare,
per quello ho deciso di chiedere di organizzare questo incontro e loro hanno
accettato. Mi ha fatto piacere soprattutto che loro non hanno perso tempo a
dirci di sì, ad ospitarci, a darci una mano per fare crescere la nostra
associazione, a darci idee nuove per promuovere le World Queens. Dato che sono
più informati di noi, mi piacerebbe fare una formazione insieme a loro su come
far funzionare una rete.


Domani è la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Esiste in
Camerun un dibattito sul tema della violenza sulle donne, in particolare quella
contro le donne lesbiche/bisessuali?

Anche se non posso dire che le donne sono trattate male nel mio paese, le
conferenze su questo tema non sono prese tanto in considerazione. L'uomo è
comunque presentato come il simbolo della famiglia che decide su tutto. Come
figlie possiamo fare poco, a volte protestiamo, ma abbiamo paura che per le
parole che diciamo possiamo essere cacciate dalla famiglia o ripudiate: ad
esempio, ci sono dei padri che rinnegano le loro figlie perché hanno detto di
no ad un matrimonio con un uomo scelto da loro.

Questa iniziativa del 25 novembre è molto importante per noi donne, perché
quelle che hanno scoperto di essere lesbiche dopo aver vissuto con degli uomini
hanno visto che il loro modo di fare non era buono. Non c'è solo la violenza
fisica sulle donne, ma anche quella verbale e psicologica. Questi sono punti su
cui vogliamo lavorare con la nostra associazione, soprattutto con le donne
bisessuali, per dare una strada da seguire se qualcuna ha un problema nel
proprio matrimonio.


Dany

Fonte: http://www.ilgrandecolibri.com/2012/11/lesbiche-bisessuali-camerun.html
Pubblicato da Lorenzo Bernini