Appello alle istituzioni contro l'approvazione della legge antigay in Uganda


Movimento lgbt. Appello alle istituzioni contro approvazione legge “Anti omosessualità” in Uganda

Numerose sigle dell’associazionismo lesbico, gay, bisessuale e trans italiano hanno scritto alle somme cariche dello Stato per esprimere la loro preoccupazione per la presentazione di un progetto di legge “anti-omosessualità” in Uganda.
Nella lettera, indirizzata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti, al presidente della Corte Costituzionale Alfonso Quaranta, al Presidente della Camera Gianfranco Fini e al Presidente del Senato Renato Schifani, si legge che la proposta di legge ugandese prevede “che venga introdotta anche la pena capitale, così come sono certe altre nuove tipologie di reato con relative condanne, tra le quali quelle che possono essere comminate a chi non denuncia persone omosessuali di sua conoscenza (ad esempio un genitore che non denuncia il figlio lgbt o un insegnante che non denuncia un allievo lgbt), o chi promuove l’uguaglianza ed il rispetto dei diritti delle persone LGBT”.
L’associazionismo chiede alle Istituzioni di promuovere “tutte quelle azioni che possano impedire che la legge in oggetto possa essere approvata. Auspichiamo che anche Voi, al pari di altre importanti Autorità di Paesi dell’Unione Europea ed occidentali, vogliate dissuadere l’Uganda dal promulgare una legge inumana e contraria ai Diritti Umani, ai Principi dell’Unione Europea e alla nostra Costituzione”.
Le associazioni lgbt che dispongono di una articolazione territoriale poi, si impegnano a promuovere l’approvazione di un Ordine del giorno contro la persecuzione di omosessuali, lesbiche e trans in Uganda presso le istituzioni locali. L’atto chiede alle istituzioni italiane, tra l’altro, di permettere alle vittime di discriminazione “di entrare in Europa e presentare domanda di protezione internazionale”.

Lettera alle Istituzioni

Al Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano
Palazzo del Quirinale

Al Presidente del Senato
Renato Schifani
Senato della Repubblica

Al Presidente della Camera
Gianfranco Fini
Camera dei Deputati

Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Mario Monti
Palazzo Chigi

Al Presidente della Corte Costituzionale
Alfonso Quaranta
Palazzo della Consulta

Appello urgente contro approvazione della c.d. legge “Anti omosessualità” in Uganda.

IllustrissimI Presidenti,
con la presente siamo ad esprimervi la grande preoccupazione che come Associazioni che si occupano della tutela dei diritti delle persone LGBT in Italia, stiamo provando per le persone omosessuali, bisessuali e transessuali che vivono in Uganda.
Come sapete è di queste settimane la notizia che è stata ripresentata al Parlamento dell’Uganda un disegno di legge che se approvato introdurrebbe nuove norme con sanzioni ancora più gravi di quelle già esistenti contro le persone LGBT.
Analogo disegno di legge era già stato presentato in passato ma anche a seguito delle numerose pressioni internazionali e al successivo scioglimento del Parlamento ugandese per fine legislatura, non venne approvato.
Da amici e rappresentanti di Associazioni LGBT presenti in Uganda, sappiamo che una versione simile, se non la stessa, di quel disegno di legge è stato nuovamente presentato e da dichiarazioni di alcuni dei firmatari, sembra che potrebbe essere approvato prima del prossimo Natale.
L’Uganda è uno dei Paesi nel mondo che ha già una normativa contro le persone omosessuali che prevede pene molto alte ed ha una altissima percentuale della popolazione ostile nei confronti delle persone LGBT.
La proposta di Legge attuale sembra preveda, anche se alcune fonti smentiscono, che venga introdotta anche la pena capitale, così come sono certe altre nuove tipologie di reato con relative condanne, tra le quali quelle che possono essere comminate a chi non denuncia persone omosessuali di sua conoscenza (ad esempio un genitore che non denuncia il figlio LGBT o un insegnante che non denuncia un allievo LGBT), o chi promuove l’uguaglianza ed il rispetto dei diritti delle persone LGBT.
Già negli anni scorsi il Parlamento Europeo aveva richiamato l’Uganda al rispetto del Diritti Umani, alla depenalizzazione dell’omosessualità, così come ad assicurare alle persone LGBT in Uganda una adeguata protezione dalla violenza e ad adottare azioni tempestive contro tutti i discorsi di minaccia o odio atti a incitare alla violenza, alla discriminazione o all’ostilità contro le persone LGBT. (Risoluzione del 16 dicembre 2010 sulla cosiddetta «legge Bahati» e la discriminazione nei confronti di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali (LGBT) in Uganda; Risoluzione del 17 febbraio 2011 sull’Uganda: l’uccisione di David Kato).
In particolare, nella Risoluzione del febbraio 2011 il Parlamento Europeo invitava anche gli Stati Membri a far sì che la rispettiva politica estera, compresa la loro politica di cooperazione e di sviluppo, nei confronti dei paesi terzi, in relazione tanto alle autorità che alle ONG, tenesse in debita considerazione la situazione di diritti umani di tutti i gruppi minoritari, comprese la persone LGBT, al fine di assicurare che in tale ambito fossero compiuti progressi concreti. Inoltre chiedeva di ribadire il principio che per le persone esposte a rischio di persecuzione tale aspetto fosse considerato ai fini del riconoscimento dello status di rifugiato.
Per questi motivi siamo a chiedervi, nel rispetto delle Vostre prerogative di promuovere rispetto alle Autorità ugandese Vostre omologhe, tutte quelle azioni che possano impedire che la legge in oggetto possa essere approvata.
Auspichiamo che anche Voi, al pari di altre importanti Autorità di Paesi dell’Unione Europea ed occidentali, vogliate dissuadere l’Uganda dal promulgare una legge inumana e contraria ai Diritti Umani, ai Principi dell’Unione Europea e alla nostra Costituzione.

Confidando in un Vostro riscontro, cogliamo l’occasione per porgere cordiali saluti.

Flavio Romani – Presidente Arcigay
Paola Brandolini – Presidente Arcilesbica
Rita De Santis – Presidente Agedo
Porpora Marcasciano – Presidente MIT
Giuseppina La Delfa – Presidente Famiglie Arcobaleno
Cecilia d’Avos, Fabrizio Paoletti, Valentina Violino – Esecutivo Rete Genitori Rainbow

Ordine del giorno promosso presso le Istituzioni locali

Il Consiglio (provinciale, comunale, ecc.) di _____________________
Tenuto conto delle segnalazioni pervenute da diverse realtà dell’associazionismo italiano LGBT così come da quello proveniente dalla tutela dei Diritti Umani rispetto alla possibilità che in Uganda possa essere realisticamente promulgata entro la fine del 2012 una legge c.d “Legge anti omosessuali”;
Tenuto conto che tale norma introdurrebbe nuovi reati che potrebbero essere contestati nei confronti di persone LGBT, a chi si impegna per la tutela dei Diritti delle persone LGBT in Uganda, a coloro che conoscendo persone LGBT non presentassero denuncia alle Autorità di polizia, così come è concreto che possano essere introdotte sanzioni ancora più gravi nei confronti delle persone LGBT e si teme che possano essere introdotti per alcune ipotesi di reato anche la pena capitale o l’ergastolo;
Viste che tali norme, sono evidentemente e totalmente in contrasto con diverse Convenzioni e Trattati internazionali di cui l’Italia e/o la Comunità Europea sono tra i firmatari, in particolare il Trattato dell’Unione Europea; la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea;
Rilevato che già nel 2010 e nel 2011 il Parlamento Europeo ha votato 2 risoluzioni che denunciavano quanto stava accadendo in Uganda rispetto sia all’omicidio di uno dei leader del movimento LGBT ugandese David Kato, che rispetto alla così detta proposta di legge “Bahati” e la discriminazione nei confronti di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali (LGBT) in Uganda, chiedendo anche agli Stati membri di adoperarsi affinché venissero esercitate tutte le azioni possibili affinché la legge non venisse promulgata;

ritiene

che l’Italia debba esercitare tutte le azioni possibili dai differenti organi dello Stato affinché la legge attualmente in discussione venga ritirata, utilizzando gli strumenti diplomatici, economici, e della cooperazione internazionale;

chiede

alle massime Autorità italiane, Presidente della Repubblica, Presidenti delle Camere, Presidente del Consiglio dei Ministri, Presidente della Corte Costituzionale, di manifestare ai rispettivi omologhi in Uganda le perplessità ed il disappunto rispetto alla proposta di legge in discussione;

chiede

al Ministero degli Affari Esteri tramite l’Ambasciata italiana in Uganda di monitorare ed informare tramite comunicazioni ufficiali sullo stato di avanzamento del disegno di legge “Anti gay” e qualora venisse approvato, di monitorare e dare conto puntualmente alla società civile italiana dell’applicazione della legge;

Chiede

al Ministero degli Affari Esteri di fornire adeguate e puntuali indicazioni alla Rappresentanza diplomatica in Uganda al fine di prevedere agevolazioni nel rilascio dei visti e sostegno alle persone LGBT che manifestassero di voler lasciare l’Uganda, anche tramite le segnalazioni delle Associazioni LGBT italiane, a fronte della concreta minaccia di essere perseguitati permettendo loro di entrare in Europa e presentare domanda di Protezione Internazionale.

chiede

al Ministero dell’Interno ed agli organi preposti all’accesso ed alla valutazione rispetto al riconoscimento della Protezione Internazionale, di tenere conto di quanto sta accadendo in Uganda nella valutazione dello Status di Rifugiato rispetto a coloro che a rischio di persecuzione nel proprio Paese giungessero in Italia chiedendo protezione sulla base della discriminazione relativamente all’orientamento sessuale o all’identità di genere, o per evitare condanne previste nella proposta di legge attualmente in discussione.